Il marmo è una delle rocce più utilizzate come materiale da costruzione e decorativo. La sua storia geologica é molto varia e travagliata a causa delle trasformazioni alle quali é soggetto prima di diventare marmo, come noi lo intendiamo.
Il marmo é considerato roccia metamorfica di composizione carbonatica: ciò significa che una roccia già esistente, di natura carbonatica, subisce delle trasformazioni che la rendono marmo. Vediamo quindi qual'è il lungo cammino per arrivare al "prodotto finito".
La roccia di origine del marmo è solitamente sedimentaria, e per lo più di composizione calcarea: la deposizione di questi sedimenti avviene in ambiente marino, a profondità non eccessive, perchè altrimenti il carbonato di calcio si scioglierebbe e non si depositerebbe a formare i calcari. Si tratta di sedimenti spesso ricchi di fossili, le cui forme sono poi riconoscibili in alcuni marmi.
Il materiale deposto viene sepolto sotto nuovi sedimenti e inizia il processo di diagenesi: un complesso di processi chimici e fisici che convertono il sedimento sciolto in roccia solida. Attraverso azioni di coesione, costipamento, ridistribuzione e ricristallizzazione di sostanze e cementazione si arriva alla litificazione che si raggiunge in tempi variabili: può avvenire subito dopo la deposizione oppure dopo milioni di anni.
Formatasi, la roccia sedimentaria comincia a viaggiare: la crosta terrestre infatti é in continua evoluzione, e le sua parti, le cosiddette placche, si muovono scontrandosi, creando le geometrie geologiche su cui noi viviamo. Le rocce subiscono approfondimenti, innalzamenti, piegamenti molto articolati che le trasformano: nel nostro caso le rocce sedimentarie subiscono un processo detto di metamorfismo regionale. Un processo metamorfico regionale interessa un volume rilevante di materiale che, sottoposto a elevate pressioni e temperature, cambia la sua fisionomia e composizione, in funzione del materiale di origine, della durata e dell'intensità di questi processi. La roccia sedimentaria va così incontro ad una trasformazione che porta alla ricristallizzazione del carbonato di calcio con scomparsa di vestigia di fossili e formazione di calcite cristallina.
Il marmo è pressochè formato però non è ancora nella posizione finale: gli spostamenti nella crosta terrestre portano il marmo in superficie, o in prossimità, pronto per essere estratto.
E' molto difficile riconoscere la roccia sedimentaria di origine di ogni marmo: questo perché le trasformazioni metamorfiche sono molto intense ed estese, e perchè i processi possono essere molteplici e, sommandosi uno all'altro, rendono sempre più difficoltosa la ricostruzione del "cammino" della roccia.
Fare esempi è inutile oltre che svantaggioso: possiamo però ricordare che la composizione finale può essere molto varia, in funzione delle diverse impurità presenti, che rendono ogni marmo unico e inimitabile: commercialmente infatti il nome é preso dalla località di provenienza o da caratteristiche di colore o di zonatora del marmo stesso. Il termine viene anche utilizzato in modo improprio per rocce calcaree non metamorfiche ma ugualmente compatte e suscettibili di lavorazione.
Anche l'aspetto è molto differenziato: la tessitura (l'insieme della forma, delle dimensioni e della disposizione dei granuli dei minerali che la compongono) e la struttura (l'insieme dei caratteri osservabili su grande scala) conferiscono ad ogni marmo peculiarità proprie ed uniche.