Se leggendo in giro la presentazione delle varie testate ci si vanta di pubblicare contenuti 'esclusivi' si é di fronte a qualcosa che non quadra essendo un principio ovvio che ogni redazione sviluppi le proprie tematiche secondo delle sue logiche. Certo in un panorama dove il giornalista lavora con il copia e incolla l'originalità deve diventare un vanto ma crediamo che sia sminuire la nostra vocazione all'informazione anche il solo doverlo ricordare.
Sfogliando certe riviste viene l'impressione di trovarsi di fronte a delle sequenze continui di numeri 0 che sono in altre parole le Demo (simulazioni) di quello che sarà il periodico una volta pubblicato. Normalmente le demo si limitano all'aspetto grafico tralasciando i contenuti un pò come le dimostrazioni dei programmi informatici che servono a dare una semplice idea di quello che potrebbe essere senza comunque dare un servizio effettivo.
La mancanza di una linea editoriale implicita ai vari contenuti porta a riviste percepite da noi come senz'anima o meglio senza un senso, affidarsi a 'giornalisti' senza esperienza e senza curiosità per il settore porta a svogliate riproposizioni di argomenti già pubblicati altrove, magari anche mesi prima, dai propri concorrenti. Ovviamente è molto più comodo e veloce fare lavorare gli uffici stampa al posto proprio, purtroppo allo stesso tempo il tono trionfalistico e infantile che invariabilmente li accompagna rende poco credibile l'intero progetto editoriale. Per fare un esempio si é mai visto un comunicato stampa parlare delle lacune di una fiera? Eppure questi eventi non possono essere tutti successi incredibili se no non starebbero perdendo espositori negli ultimi anni. Chi rinuncerebbe ad una sicura fonte di reddito ci chiediamo noi. Di tutte le rilevazioni statistiche su visitatori ed espositori si citano solo quello con il segno + e si omettono quelle con il segno -. Riportare solo ciò che fa comodo non é giornalismo, si chiama propaganda, ed é il fattore principale che mina la credibilità di una testata che poi é anche il suo unico valore aggiunto davanti ai lettori.
Stesso discorso per i comunicati stampa aziendali, pseudo pubblicità mascherate da verità. Ora questo tipo di pubblicazioni sono inutili, stancano il lettore non rendedogli un servizio ma anzi cercano di manipolarlo verso gli interessi sottostanti l'editore. A volte sembrano solo i giustificativi delle pubblicità che i commerciali della rivista lasciano sui banchi di indifferenti segretarie. Incredibilmente ci sono riviste che si limitano alla ripubblicazione di comunicati stampa e non sviluppano autonomamente un solo tema nuovo.
Credete davvero che qualcuno legga con interesse un collage di comunicati stampa autoreferenziali ? Che quelle riviste vengano conservate con cure negli archivi per una futura consultazione ? Che qualcuno possa pagare abbonamenti per rileggere i nauseanti aggettivi iperbolici che riempono ogni testo ?
Su tutto che idea di lettore hanno queste riviste, ovvero a chi si rivolgono ? A nostra impressione ad un bambino credulone di 8 anni che non fortunatamente non esiste tra gli operatori professionali.
La nostra crescente aberrazione per questo modo fittizio di lavorare ci ha portato a sviluppare al contrario un modello editoriale basato sullo sviluppo di contenuti reali. Vogliamo creare contenuti durevoli che non scadano come nella maggior parte delle riviste. I contenuti non soggetti a scadenza sono la storia, le proprietà geologiche dei materiali, i loro usi e tutto quanto vi é di scientifico. Tra i contenuti a scadenza che tra poco non interesseranno più a nessuno sono la mera enunciazione di eventi, i comunicati stampa non informativi, i resoconti ufficiali delle fiere.
Da parte nostra i soli comunicati stampa che pubblichiamo, siano aziendali o fieristici, sono quelli di interesse per l'intero settore e vengono privati, ove presenti, dei toni trionfalistici dalla redazione. Come obiettivo di fondo pretendiamo di sviluppare un dialogo nell'intero settore su tematiche da noi considerate fondamentali come l'ecologia (di cui siamo stati i primi a parlare per le pietre naturali), gli usi l'architettura o la difesa della pietra naturale dal mare di pregiudizi che, poveretta, le hanno tirato ingiustamente contro. Temi che la singola azienda, guidata dal suo egoismo costitutivo, non puo neanche considerare nei propri comunicati stampa.