Del Radon se ne parla da anni, ma in modo abbastanza approssimativo tanto da far supporre che si tratti della solita azione messa in atto da materiali concorrenti per il discredito. L'articolo del "Corriere" fa invece precisi riferimenti scientifici tali da rendere necessari opportuni approfondimenti e non le solite generiche controbattute. Si tratta di effetti di un argomento molto delicato che ha già attivato l'attenzione degli organismi di tutela della salute pubblica che potrebbero fortemente condizionare il futuro del mercato della pietra naturale in tutto il mondo occidentale. Nel 1991 una comunicazione della Regione Lombardia era già stata inviata ai Presidenti delle USSL e agli altri Enti preposti alla salute per sensibilizzare sui rischio del Radon presente nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni facendo riferimento alla raccomandazione CEE del febbraio '90 sulle radiazione ionizzanti e sul Radon.
E' una materia complessa con una scarsa letteratura che solo lo scorso febbraio ha trovato un approfondimento con uno studio presentato dall'Istituto di Fisica GeneDel Radon se ne parla da anni, ma in modo abbastanza approssimativo tanto da far supporre che si tratti della solita azione messa in atto da materiali concorrenti finalizzata al discredito. L'articolo del "Corriere" fa invece precisi riferimenti scientifici tali da rendere necessari opportuni approfondimenti e non le solite generiche controbattute. Si tratta di effetti di un argomento molto delicato che ha già attivato l'attenzione degli organismi di tutela della salute pubblica che potrebbero fortemente condizionare il futuro del mercato della pietra naturale in tutto il mondo occidentale. Nel 1991 una comunicazione della Regione Lombardia era già stata inviata ai Presidenti delle USSL e agli altri Enti preposti alla salute per sensibilizzare sui rischio del Radon presente nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni facendo riferimento alla raccomandazione CEE del febbraio '90 sulle radiazione ionizzanti e sul Radon.
E' una materia complessa con una scarsa letteratura che solo lo scorso febbraio ha trovato un approfondimento con uno studio presentato dall'Istituto di Fisica Generale Applicata dell'Università di Milano dal titolo: Radioattività naturale ed esalazione del Radon nei materiali lapidei.
L'obiettivo è quello di valutare l'esalazione del Radon dai materiali lapidei usati più frequentemente determinando più specificatamente le caratteristiche peculiari del materiale con la misurazione di concentrazioni naturali di radionuclidi (238U, 232Th) mediante spettrometria gamma e la determinazione del tasso di esalazione mediante un"emanometro", progettato e sviluppato dalla stessa Università di Milano.
E noto che nella maggior parte dei casi il suolo e le rocce sottostanti gli edifici sono la fonte principale di radon più che i materiali impiegati per le costruzioni. In ogni caso, si sa poco circa la correlazione tra elevate concentrazioni di Radio e tasso di esalazione di Radon. La ricerca ha quindi valutato attentamente i livelli di uranio, torio e radio contenuti in tutti i materiali da costruzione per stimare i livelli di raggi gamma in ambienti chiusi e poi valutare possibili concentrazioni di Radon.
COS'E' IL RADON
Il Radon è un gas radioattivo presente in natura il cui isotopo principale è il Radon 222 con un tempo di dimezzamento di 3, 82 giorni. Trova principale emanazione dai terreni e, solo in minor misura, nei materiali da costruzione e nell'acqua. Essendo più pesante dell'ana tende ad accomularsi negli ambienti chiusi. Il Radon è, quindi, ovunque nella terra con livelli di concentrazione variabili secondo la conformazione geologica del terreno, la sua umidità, la stagionalità. Filtra nelle case direttamente dal terreno sottostante attraversando il pavimento, ma può anche essere sprigionato dai materiali edili usati per la costruzione. Lo si elimina semplicemente areando le abitazioni e diminuisce nei piani più alti. Nei materiali da costruzione comunemente usati, la presenza di Radon dipende non solo dal contenuto specifico di radioattivita e dal tasso di esalazione di radon, maanche dall'effettivo impiego del materiale stesso considerando, comunque, che la concentrazione di uranio e torio è nell'ordine di poche parti per milione.
Quando il radio decade il nucleo di radon cosi generato tende ad uscire dal reticolo del cristallo per collisione o per diffusione. Essendo un gas nobile e relativamente libero all'interno del reticolo nesce a raggiungere la superficie del materiale e miscelarsi con l'aria all'interno degli edifici in una frazione dello 0,05-0,7 mentre il rimanente decade all'interno delle particelle del suolo. Per tutti i materiali da costruzione i valori possono variare considerevolmente secondo la relativa porosità.
Il Radon non può quindi essere semplicemente addebitato al granito, anzi lo stesso appare propno come matenale favorito per la sua bassissima porosità specialmente quando è lucidato mentre risulta maggiore nel prodotto semilavorato, ma comunque non pericoloso perché la lavorazione avviene sempre in ambienti arieggiati.
RISCHI DAL RADON
Un'indagine nazionale fatta nel marzo 1989 per conoscere l'esposizione alla radioattività naturale nelle abitazioni ha interessato un campione di cinquemila famiglie distribuite in duccento comuni secondo una proiezione statistica pari a 20 milioni di abitazioni italiane ha stabilito che solo 1'1% delle abitazioni supera il livello comunitario di 400 Bq/mq. Dalle analisi effettuate è anche emerso che la diffusione di Radon in Italia si distribuisce "a macchia di leopardo" sull'intero territorio seguendo la permeabilità del suolo indipendentemente dalla presenza dell'uranio da cui il Radon trae origine .
Le zone a maggior concentrazione sono segnalate nel viterbese, a Roma ed in provincia di Napoli, ma anche in altre aree di Lombardia e Piemonte sono state misurate alte concentrazioni.
Rispetto alla tipologia edilizia l'indagine svolta dall'Enea ha riscontrato, come previsto, che sono maggiormente interessati i piani bassi delle abitazioni, in particolare gli scantinati é i seminterrati.
In merito alla sua pericolosità se ne discute da quando, una ventina di anni fa, nella miniere della Sassonia si è registrato un aumento di quasi lo 0,1% di neoplasie alle vie respiratorie. Numerosi studi, condotti soprattutto sui minatori, hanno messo in relazione questi casi all'esposizione al Radon a cui gli americani fanno risalire almeno un settimo e gli inglesi un quinto delle origine dell'alterazione del DNA delle cellule ponendolo al secondo livello d'attenzione dopo il fumo. Da controlli eseguiti in alcuni paesi un'apposita commissione sui rischi per la salute.
E' stato rilevato un'assorbimento medio della gente di 1-2,5 mSV/anno con picchi elevati a 20mSV/anno. Dall'analisi di questi valori è stato poi calcolato uno standard di sicurezza pari a 5 mSV/anno.
Particolarmente esposti risultavano gli ambienti interrati e semi-interrati nel caso di una insufficiente aerazione e protezione contro l'umidità. Diversamente veniva registrato un costante diminuzione ai piani superiori degli edifici a testimonianza che il Radon è principalmente presente nel terreno più che nei materiali da costruzione impiegati.
Recentemente una rivista medica inglese ha comunque segnalato il forte divario di concentrazione tra i livelli di una miniera e la presenza negli edifici a cui si associa per alcuni la pericolosità quotidiana e continua.
Alle posizioni allarmistiche, tali da essere definite negli Stati Uniti come "Isteria da Radon", viene comunque nsposto che il Radon non è una conseguenza del moderno inquinamento, quindi da non considerarsi un elemento alterante o discriminante perché sempre, e comunque, presente in tutta la natura.
I livelli-rischio per la salute dovuti alla radioattività naturale di esposizione in ambienti chiusi non hanno, comunque, ancora nessunavalutazione scientifica, ma solo indicazioni preventive di attenzione.
Di questo se ne è occupata anche la CEE con la direttiva 96/29/EURATOM del 13 maggio del 1996 per definire le future norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti tra cui il Radon. La conclusione e sempre la stessa e richiama una maggiore attenzione sui luoghi di lavoro come gli stabilimenti termali, grotte, miniere, sotterranei semi-interrati, ma senza una determinazione dei valori di rischio. Non si tratta comunque di un problema solo "lapideo" perché il Radon è presente, più o meno in tutti i materiali impiegati in edilizia e, per pericolosità alla salute, è sicuramente inferiore al fumo, all'inquina mento delle auto, alle emissioni elettromagnetiche di apparecchi laser, fotocopiatrici e, a differenza di tutti può essere eliminato semplicemente arieggiando gli ambienti.
il consiglio conclusivo più importante per la salute rimane quindi quello di smettere di fumare (e questo vale, naturalmente, anche per i minatori della Sassonia).
giancarlo lazzaroni
Ricerche e studi NATURALE RADIOATTIVITA'
ED ESALAZIONI RADON NEI MATERIALI LAPIDEI del Proff.ri Giuseppe Carrera, Massimo Garavaglia, Stefano Magnoni, Gianluigi Valli, Roberta Vecchi. Untuersità di Milano Istituto di Fisica Generale Applicata è stata pubblieata da J Enuiron Radioackvity Vol 34 n°2 pp. 149-159 1997.
QUALITA' DELL ARIA NEGLI INTERNI E IMPATTO SULL'UOMO - RADON NEGLI AMBIENTI CHIUSI dei proff.ri F Bocchino Istituto superiore di Salnità di Roma. - J.P McLaughiling Collegio Uniuersitano di Dublino S. Piermattei Anpa di Roma è pubblicato dalla Commissione Europea Direzione Generale Scienze, Ricerca e Sviluppo in eollaborazione con Research Centre Environment Institute - Rapporto n°15