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LE PIETRE NATURALI SONO I MIGLIORI CONDENSATORI DI CALORE

14. December 2010 15:11

Pubblicato in ARCHITETTURA, MATERIALI

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La bassa conducibilità e la alta capacità termica delle pietre sono note da millenni. I primi condensatori di calore nella storia umana sono realizzati nel materiale più semplice a disposizione, un materiale naturale e quindi già disponibile senza dover essere creato: le pietre. Al pari dei metalli hanno una notevole massa, circa 3 tonnellate al metro cubo, che garantisce una alta capacità termica ma allo stesso tempo a differenza dei metalli non propagano (disperdono) altrettanto velocemente.

La loro applicazione primaria era nei bagni termali.
Si ha notizia di scambiatori di calore nel tardo periodo repubblicano di Roma, come elemento scaldante dell'acqua delle terme. I fumi di combustione della legna passavano a contatto di lastre di pietra sul cui lato opposto era fatta passare l'acqua da scaldare. Successivamente i fumi venivano fatti passare in canaline scavate nella pietra. Qualcosa di simile ai moderni radiatori.

La tradizione dei bagni curativi in occidente è stata tramandata principalmente attraverso gli insegnamenti di Ippocrate di Coo e Galeno che si sono espresse nelle tre zone a diversa temperatura calidarium, tepidarium e frigidarium delle terme romane. La tradizione imperiale si é poi regionalizzata in occidente con il successivo hamam turco (dall'arabo "scaldare") e la sauna finlandese in cui per avere una sensazione di maggiore calore veniva prodotto del vapore gettando acqua su pietre fatte riscaldare sul fuoco fino a diventare roventi. Tale accorgimento permetteva di far aumentare la temperatura tanto da consentire alle persone di levarsi gli abiti. Nelle saune storiche le pietre erano riscaldate con un fuoco a legna.
Parallelamente nelle altre parti del mondo si sviluppano le simili tradizioni del mushiboro giapponese, del banja russo, della capanna del sudore degli eschimesi e degli indiani d'America, al temazcal messicano.

Sempre come condensatori termici le pietre trovarono utilizzo nei processi di produzione della birra.
Prima dell’uso dei contenitori metallici si usavano tini di legno, per cui non potendo riscaldarli direttamente a contatto con il fuoco, si inseriva all’interno del tino la fonte di calore, ovvero delle pietre in precedenza riscaldate. La tecnica consiste nell’immergere nell’infuso di malto fino a farlo bollire pietre riscaldate a 1.200°C su un fuoco di legno. Ancora prodotta oggi la Steinbier è un tipo di birra tedesca detta appunto “birra alla pietra”, ottenuta con un’antichissima tecnica di produzione che dona caratteristiche proprie come il sapore del malto caramellizzato e una affumicatura dovuta al fatto che le pietre a contatto con il malto caramellano lo zucchero. Le stesse pietre, sempre ricoperte di zucchero caramellato, vengono reimmerse nella birra durante la fase finale di maturazione per ottenere una seconda fermentazione. Nello specifico si usano pietre chiamate Graywacke, una arenaria locale grigia.

Sempre per lo stesso principio nelle alpi si é diffusa nei millenni la cottura su pietra Ollare, della pietra lavica in Sicilia, del basalto in centro Italia. Un metodo di cottura valido anche oggi per le sue qualità intrinseche il calore che acquista la pietra è elevato (può raggiungere più di 600°C cosa impossibile con il classico fornello a gas che al massimo tocca i 250°C). Inoltre il calore ceduto dalla pietra avviene in modo graduale, non deve essere lavata con detersivi, evita sia il contatto con i fumi del fuoco che sono cancerogeni sia con la fiamma diretta che carbonizza la parte esterna della tipica bistecca da griglia. Una pietra di 3 centimetri di spessore tolta dal fuoco mantiene un calore utile alla cottura per oltre 30/40 minuti.

Non si possono scordare stufe e caminetti, un'arte sviluppata dalle popolazioni alpine e nord-alpine che hanno studiato finemente i materiali e i labirintici percorsi di uscita dei fumi. Le 'moderne' stufe in pietra ollare, costruite secondo gli antichi principi nei paesi nordici, hanno ancora oggi prestazioni eccezionali e insuperabili.

Riscaldando queste stufe a legna per 90 minuti rilasciano un'emissione piacevole di calore fino a uno o due giorni dopo lo spegnimento del fuoco. Fenomeno dovuto alla grande massa d'accumulo termico delle pietre ollari massicce che costituscono il nucleo dove avviene la combustione. La pietra ollare è notoriamente la pietra più resistente alle repentine variazioni estreme di calore ed è composta da talco squamoso strutturato e da magnesite a grana fine (Talco 41%, Magnesite 41%, Clorite 8%). Le temperature di riscaldamento che devono resistere queste pietre sono di 1200 gradi con i successivi cicli repentini di raffreddamento. Per questi utilizzi estremi vengono usate anche altre pietre vulcaniche come la pietra lavica o il basalto.

Infine a scopo terapeutico già Sumeri, Egiziani, Indiani d'America e d'India, Giapponesi, ma anche Greci e Romani effettuavano massaggi con pietre laviche nere e pietre bianche di marmo a diverse temperature. L' odierna Stone Therapy, terapia delle pietre, è una cura termale che utilizza in sequenza alternata pietre calde e pietre fredde. Le pietre nere di origine vulcanica vengono utilizzate dopo essere state riscaldate fino a 60 o 70 gradi centigradi mentre le pietre bianche, di solito di marmo, vengono raffreddate rispetto alla temperatura ambiente prima dell'utilizzo.

Le pietre naturali nonostante i millenni rimangono i migliori condensatori termici (volani di calore) disponibili da un punto di vista tecnico, ecologico ed economico.


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