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I MERCATI DEL TERZO MILLENNIO: UCRAINA

15. May 2007 14:20
(last updated: 20. March 2010 17:43)
Pubblicato in ECONOMIA

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L’Ucraina, con poco meno degli abitanti dell’Italia su un territorio che è di oltre il doppio, è una delle più aperte economie dei paesi post-sovietici. Da sempre definita il granaio d’Europa ora è sempre più anche una realtà industriale tanto da essere annoverata tra le nuove “tigri d’Europa”.

Dopo le vicissitudini del distacco dall’Unione Sovietica a metà anni novanta e la successiva scelta di operare nell’economia di mercato (l’impreparazione portò l’inflazione ad oltre il 10.000%), le successive radicali riforme con la privatizzazione nei comparti agricoli e minerari ed il sostegno dello Stato nello sviluppo in quelli considerati strategici: macchine utensili, acciaio, alimentari, chimici, legno, si registra ora una buona ripresa con le esportazioni quasi raddoppiate negli ultimi quattro anni. Nel 2005 il Pil è aumentato del 2,7%, nel 2006 è schizzato al 7%. A gennaio 2007 è al 9,3% quasi pari alla Cina soprattutto grazie all’incremento delle costruzioni (+26,3%), dell’industria in generale (+18,9%) e del commercio (+13,2%). Le previsioni 2007 sono per un PIL al +6,5% e l’inflazione al 7,5%. Quello del 2008 addirittura raddoppiato. Ma la congiuntura economica non è ancora completamente garantita perché si inserisce in un quadro politico ancora incerto gravato anche dai rapporti con la confinante Russia e i noti problemi del rifornimento energetico. Situazione che potrebbe comunque risolversi con un Accordo di Libero Scambio con la Comunità europea. Dai primi anni successivi all’indipendenza, i rapporti tra l’Italia e l’Ucraina sono stati caratterizzati da un costante sviluppo dell’interscambio. Secondo i dati del Comitato di Statistica Ucraino nel 2006 l’interscambio è salito a quasi 2.780 milioni di dollari con un aumento del 20,5% rispetto all’anno precedente. Le esportazioni ucraine verso l’Italia si sono attestate a 1816,1 milioni di dollari (+ 13,5%) mentre le importazioni dall’Italia sono state pari a 980. La bilancia commerciale registra perciò un saldo negativo per l’Italia pari a 836 milioni di dollari. L’Italia si trova al secondo posto come cliente dell’Ucraina (dopo la Russia) ed al sesto come fornitore (dopo Russia, Germania, Turkmenistan, Cina e Polonia). In ambito comunitario, l’Italia è al primo posto come Paese Cliente ed al terzo come Paese fornitore. Ottime le possibilità di delocalizzazione, sia i costi contenuti della manodopera (in certe aree quasi 150 dollari mensili), sia il buon livello della loro preparazione. Scelta già fatta da quasi 100 imprese italiane più della metà in forma indipendente, o in joint–venture, e le altre con una rappresentanza commerciale. Il 20% di loro si trova a Kiev, il resto si colloca a ovest del paese dove c’è una preferenza dell’industria leggera e della lavorazione del legno e a est dove si trovano le industrie pesanti. Il primo settore industriale ucraino è quello delle macchine in generale. In crescita quello legato all’edilizia sia come costruttori, sia come fornitori di materiali e attrezzature. Lo scorso anno una ventina di operatori ucraini ha visitato la fiera del marmo di Carrara dimostrando un crescente interesse per il settore lapideo, l’arredo urbano, le macchine da cava, quelle della lavorazione e relativi utensili. Ed è su questi argomenti che si è aperta a Kiev la Kamneobrabotka (Stone & Stone Processing), la quarta edizione della principale manifestazione lapidea organizzata dalla Camera di Commercio Ucraina e dall’italiana Interexpo per dare un maggior impulso all’industria estrattiva e di lavorazione della propria pietra naturale. Elementi anche trattati in un convegno e la partecipazione dell’Istituto Italiano del Commercio con l’Estero. Kiev è una bella città probabilmente sorta molto prima del V secolo e ancor oggi avvolta dall’austero fascino dell’est Europa, ma non per molto perchè la monumentalità delle costruzioni in pietra o dagli sgargianti colori pastello sta lasciando il posto alle facciate a vetrate continue. I costi della vita sono più o meno quelli dell’Italia, ma le paghe sono un quarto delle nostre. La gente indaffarata si divide tra ragazzi come i nostri ed anziani di un’epoca passata tutti con l’evidente voglia di vivere meglio. Per qualcuno è già avvenuto e lo dimostra nel centro di Kiev con un gran numero di auto tedesche di grossa cilindrata. All’edizione 2006 della Kamneobrabotka hanno partecipato più di cento imprese di Ucraina, Russia, Cina e Turchia, oltre a 28 italiane in partecipazione diretta o tramite rappresentanza locale. Il mercato ucraino sta registrando una forte crescita di importazioni dall’Italia di attrezzature da cava passate dai soli 26 mila euro del 2004 a poco più di 1 milione di euro del 2005 così come quelle di segagione passate da 379 mila euro a oltre 1 milione di euro. Buona l’affluenza di pubblico professionale, in parte alla ricerca di nuove opportunità da collegare alla crescita del comparto edile, in parte per conoscere i materiali per le nuove costruzioni, In forte espansione l’edilizia turistica a Odessa e, in generale, in tutta la Crimea. Il professor Alessandro Ubertazzi, docente di architettura dell’Università di Firenze presente in fiera per il convegno, ne è testimone Si ringraziano: la dott.sa Laura Lauri responsabile dell’ufficio Ice di Kiev per la documentazione fornita, il professor Architetto Alessandro Ubertazzi per la consueta attenzione nei confronti del nostro settore, l’architetto Luca Remigio e la dott.sa Laura Tonet dell’Interexpo. G.L. con suoi progetti di alberghi in corso di realizzazione sulla costa del mar Nero. Altre testimonianze sono state fornite da due noti industriali italiani della pietra: il dott Giovanni Conversi e il sig. Rodolfo Pedretti mentre da parte ucraina altri temi sono stati gli utensili diamantati per l’industria della pietra e i problemi della coltivazione delle cave. Le opportunità sono state descritte dalla dottoressa Laura Lauri dirigente dell’ICE di Kiev. I risultati dell’ultima inchiesta dell’ICE condotta nel 2003 contattando le aziende ucraine operanti nel settore dell’estrazione e della lavorazione di marmi e graniti testimoniano per la tecnologia italiana una considerazione di alta produttività; l’ottimo rapporto prezzo/qualità e un buon risultato per la competitività. Il problema principale per gli operatori ucraini, ed anche per i produttori italiani, è la mancanza di finanziamenti agevolati che potrebbero creare le condizioni di una fruttuosa collaborazione fra i partner. Fra i punti deboli si evidenziano alcuni casi di ritardi nelle forniture, nell’assistenza di post-vendita. Il fattore “prezzo” è considerato fondamentale.
Presso il sito dell’ufficio ICE di Kiev (www.ice.it/estero2/ kiev) sono disponibili informazioni, che possono essere utili per gli operatori italiani interessati a lavorare in Ucraina:
- Nota congiunturale sul l’economia dell’Ucraina;
- Descrizione dei giacimenti (con il loro elenco);
- Elenco delle aziende di estrazione di granito/ cave principali;
- Elenco delle aziende che lavorano graniti e pietre naturali.

I marmi e i graniti dell’Ucraina
L’Ucraina è un paese ricco di graniti (53 giacimenti con una disponibilità globale di 164 milioni m3 circa) mentre la disponibilità di marmi è minima con qualche giacimento nella zona dei Carpazi ed in Crimea. Per quanto riguarda le altre pietre, si trovano: il gabbro calcolato in 45.630 mila m3 (36 giacimenti); la labradorite in 38.757,5 mila m3 (22 giacimenti); il calcare in 32.226,9 mila m3 (17 giacimenti); l’arenaria in 9.896,1 mila m3 (6 giacimenti); il tufo 7.841 mila m3 (5 giacimenti) e il gesso 2.316 mila m3 (5 giacimenti).

I graniti più noti sono:
Apricot (detto anche Coral Mist), Black Eyes, Brown Skif (detto anche Pervomayske), Cardinal Grey (detto anche Zhezhelivske), Carpasi, Dmytrit, Flower of the Ukraine, Grey Ukraine, Irina Blue, Kapustinsky (detto anche Santiago Red), Rosso <br>Santiago, Rosso Coral, <br>Kapustino, Karmin, Konstantinovsky, Kostyantynivsky, Leopard, Nero Skif, Real Grey, Rosa Arzova, Rosso Carpazi (detto anche Tokov, Kalinka), Tokovsk, Rosso Toledo, Sophiyvsky, Star Ukraine, Tansky, Tuman, Ukrainian Autumn, Verde Olivo, Volga Blue, Blue Volga, Blue Wolga, Rasputin, Russischer Labrador, Volga Blue, Volhynia Withered.

Regioni di provenienza
Marmo
Zakarpatskaia 54,%
Crimea 30%

Altre pietre
Rovno 44%
Crimea 28%
Zakarpatie 15%
Ternopil 11%

Granito
Nikolaev 34%
Zhitomyr 20%
Donetsk 12%
Dnepropetrovsk 11%
Rovno 5,9%
altre 3,5%


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