I dati sono ancora più significativi se confrontati con lo scorso anno che ha visto la ripresa delle esportazioni italiane di lapidei e conferma il trend sui valori ma anche sulle quantità, con le eccezioni di materiali a basso valore unitario fra le quali spicca la forte contrazione, per quantità (13,62%) e valore, dellexport di granulati, polveri e pietra pomice che fanno segnare allexport (rispetto allo stesso periodo del 2006) un +3,2% sui valori e anche un -1,5% sui volumi.
Continua anche la crescita delle importazioni, soprattutto in volume, motivate dalla necessità di rifornirsi da parte dei trasformatori italiani, e favorite anche dalla forza delleuro che compra bene da quasi tutti i fornitori sia di marmi che di graniti. Limport italiano di settore è stato, da gennaio ad aprile 2007, di 1milione e 52mila tonnellate per un valore di 207 milioni e 486mila euro con un aumento del +11,6% in quantità e di +6,8% in valore (vedi tavola allegata); si tratta soprattutto di graniti in blocchi e lastre che, in questo periodo, provengono principalmente dallEstremo Oriente, dallEuropa e dallAmerica del Sud, area sulla quale si registra un calo a conferma del bypass dellexport di area che si dirige direttamente verso il Nord del continente.
Continua, sempre su base contenuta, la crescita delle importazioni di lavorati, con una sensibile accelerazione sui marmi; se per i manufatti in granito è lEstremo Oriente il maggior fornitore (la Cina primeggia con circa 7 milioni e mezzo di euro), per i marmi limport di lavorati ha provenienza più europea, con la Spagna primo fornitore (per quasi tre milioni di euro). Le voci più importanti e qualificate dellexport italiano sono in crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con lunica eccezione dei graniti lavorati che segnano una leggera flessione: -1,8 per quantità e -1,9 in valore mentre lexport dei marmi lavorati fa segnare un +1,9% nelle quantità e ben +6,8% in valore. Il dato è rilevante perché i marmi lavorati tornano a coprire una quota maggiore rispetto ai graniti, tanto sui volumi quanto sui fatturati facendo sperare in un risultato di fine danno ancora positivo sulla scia del 2006.
La concorrenza dei produttori di tutto il mondo su mercati importanti come gli Stati Uniti si fa sentire nel campo del granito, dove lItalia, secondo le rilevazioni dellIMM, regge il confronto su alcune fasce di mercato grazie allalta qualità dei prodotti esportati, mentre scendono i volumi esportati influenzando il saldo finale dellexport di comparto.
Fra le aree di destinazione dei prodotti italiani lEuropa è, in questa fase, quella che offre maggiori gratificazioni, soprattutto per i lavorati, con una crescita del valore medio per tonnellata di esportato soprattutto nei paesi dellUE, dove sui lavorati si hanno aumenti che vanno dal +5,3% dei marmi al +3,2% dei graniti. È il segnale che le esportazioni italiane si attestano sulle fasce più qualificate del mercato.
La quota di maggior valore per lexport continua ad avere come destinazione il Nord America, anche se, tra le voci importanti, solo i marmi lavorati mantengono un segno migliorativo sul 2006; si tratta del mercato in assoluto più remunerativo, con un valore medio unitario di molto superiore a quello delle altre aree e degli altri Paesi. In presenza di una fortissima concorrenza sulle fasce di prodotto a valore più contenuto solo i marmi lavorati hanno un trend positivo, mentre cedono i graniti, soprattutto lavorati, sia sui volumi che sui valori complessivi. In leggera crescita anche lexport verso Nord Africa e America del centro e del sud, mentre il Medio Oriente va in controtendenza apprezzando più i graniti dei marmi. Inoltre, laumento contenuto dellEstremo Oriente, secondo le valutazioni dellIMM) interessa più i volumi che i valori, soprattutto per il marmo, con predilezione di blocchi e lastre ma su numeri bassi che, in quattro mesi, non raggiunge i 50 milioni di euro totali.