La copia ultimata sabato 4 ottobre 2008 ha richiesto 100 giorni lavorativi, ed è stata tratta da un originario ed eccezionale blocco di marmo di Candoglia del peso di circa Kg. 37.000. Nella replica, preceduta da un attento studio visivo e documentale sullo stile iconografico e le modalità scultoree applicate sulla statua originale scolpita nel 1800 e restaurata più volte fino allultimo intervento avvenuto nel precedente restauro dellintera facciata del 1971-73, ho identificato tutti i volumi mancanti, che ho successivamente ricostruito, modellandoli con plastilina e gesso. Ricostruzione, questa, necessaria per riavere quella testualità plastica il più possibile simile alla originaria, necessaria ed utile fino alla fase conclusiva della riproduzione della copia. Per la riproduzione mi sono avvalso delle attuali tecniche della lavorazione del marmo oltre alle tradizionali metodologie, utilizzando dalla sgrossatura alla sbozzatura primaria fino ad una semirifinitura, dischi da taglio e frese diamantate supportate da getti di acqua . Dopo il riporto con la tecnica dellappuntatura, la rifinitura è avvenuta raccordando i punti precedentemente rilevati; la modellazione finale è stata eseguita con martelli pneumatici e scalpelli di Widia di varia foggia e dimensione poiché lo spessore medio di restante marmo da togliere era di cm. 1,5 / 1,0 . Infine con apposite raspe di varie fogge e dimensioni utilizzando anche pietre abrasive è avvenuto il ritocco definitivo eseguito esclusivamente tutto a mano. Questo mio metodo di riproduzione scultorea si differenzia dal passato per la tecnica di sgrossatura , sbozzatura e semirifinitura che avviene utilizzando una macchina sagomatrice che toglie la determinata quantità di marmo tagliandolo e non traumatizzandolo come avverrebbe non adottando questa recente possibilità tecnologica: infatti, nellasportazione del marmo con la punta ed il mazzuolo, le superfici e le masse del restante corpo della statua restano interessate da una infinità di microtraumi che col tempo manifestano tutta la propria inadeguatezza esponendo le superfici ed i volumi più aggettanti ad una deterioramento maggiore e precoce nel tempo.
Il maggiore vantaggio di questo metodo lo trarranno le oltre novanta statue che fino ad ora ho replicato per la Veneranda Fabbrica Del Duomo di Milano: loro sicuramente sanno che le infinite mazzolate per esistere non le hanno subìte da Gagliardi e chissà, forse saranno più grate a me ed al tempo a venire.
Nicola Gagliardi