Da premettere che la 43esima edizione della Marmomacc di Verona è capitata nel peggior momento dell'intera economia mondiale che si è immediatamente riflessa sul clima di fiducia delle importanti manifestazioni autunnali concomitanti delle macchine e del marmo a Verona, delle macchine da ceramica a Rimini e della ceramica a Bologna. Chi ha visitato quest'ultima ha riportato un quadro peggiore dei quello del marmo. Verona, con i suoi oltre 1.500 espositori e 63.000 visitatori, ha dimostrato una forte vitalità internazionale più che quella nazionale ovviamente maggiormente preoccupata della situazione economica. Una buona risposta è comunque arrivata dall'est europeo e si annuncia, salvo peggioramento generale, da una ripresa degli investimenti tecnologici italiani in Cina e a Taiwan per anni rimasto un mercato assente. In conclusione l'impressione raccolta è che si mantiene buona la richiesta della tecnologia più evoluta, meno quella da laboratorio oramai sottoposta ad una forte concorrenza sui mercati esteri. Tanti i visitatori nei padiglioni dei materiali, ma non altrettanti affari, il che preoccupa gli espositori italiani sottoposti ad una forte concorrenza commerciale estera. Estero su estero insomma passando per l'Italia il che non è proprio gradito, specialmente dagli imprenditori veronesi, competenti per territorio.
Secondo uno studio presentato alla Marmomacc di Verona il mercato mondiale delle costruzioni toccherà nel 2008 i 7,1 trilioni di dollari di valore, ma anche una significativa inversione di rotta per il crollo del mercato immobiliare residenziale negli USA, crisi che si allarga ai mercati finanziari internazionali con gli effetti derivanti dalle insolvenze statunitensi che si vanno ripetendo localmente nell'ordine di gravità, in Spagna, Irlanda, Regno Unito, Francia e Italia. Mostra anche il rallentamento dei mercati, come Germania e Giappone, che non hanno vissuto la fase espansiva del boom immobiliare, una inversione di trend sul prezzo degli immobili richiede comunque prezzi dei mutui non sui massimi. Sia la Commissione Economica Europea che il Fondo Monetario Internazionale, stimano per il 2008 e per il 2009 una crescita del prodotto lordo mondiale inferiore di oltre un punto percentuale in meno rispetto al biennio precedente.