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PROBLEMATICHE PER IL SETTORE LAPIDEO APUANO

13. June 2008 16:05
(last updated: 13. June 2008 16:31)
Pubblicato in ATTUALITA', ECONOMIA

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Il bacino produttivo apuano basato sulle celeberrime cave locali di marmo bianco si e' esteso nei decenni passati anche all' importazione di blocchi dall' estero per ricavarne lastre da commercializzare sul mercato europeo e nordamericano. Il comparto della segagione del granito, che tra Carrara e Massa conta una quarantina di imprese, è entrato in crisi.

La causa macroecomica e' la schiacciante concorrenza dei paesi emergenti definita "asimmetrica" in quanto da un lato si ha liberta' di circolazione delle merci avendo l' Europa aborrito le misure protezionistiche senza che allo stesso tempo vi fossero pari condizioni di partenza per un libero mercato basato sull' onesta concorrenza. Senza pari imposizioni fiscali, agevolazioni, contributi di acquisto sul petrolio (India e Cina le hanno) su costi dell' energia gia' piu' bassi dei nostri, costi di manodopera e normative sulla sicurezza e per l' ambiente. In altre parole il libero mercato e' un vantaggio se le imprese sono messe nella libera possibilita' di crescere migliorando i prodotti e quindi il servizio all' utenza, se invece il libero mercato viene falsato dalle scelte dei governi che impongono solo da un lato tasse, rispetto sociale e ambientale si pongono gli impenditori italiani in una condizione insostenibile e si premia al contrario proprio chi i diritti ambientali, sociali e di libero mercato non rispetta. Nessun impreditore italiano puo' competere sui costi con i paesi emergenti. Ora alcuni bacini produttivi italiani cominciano a dare segni di crisi, in particolare quelli di trasformazione dei semilavorati che hanno un valore aggiunto minore rispetto al prodotto finito, in particolare le imprese specializzate di tagliare i blocchi di granito.
A lanciare l’allarme i rappresentanti dei tre maggiori sindacati: Cgil, Cisl e Uil preoccupati per gli effetti sull’occupazione dopo che nel gennaio 2008 quasi un quarto delle segherie hanno fatto richiesta della cassa integrazione.I sindacati hanno lanciato un esplicito invito agli imprenditori di abbandonare l’individualità che considerano alla base della crisi per formare una sinergia che permetta di creare un polo tecnologico che possa approfondire le problematiche del settore e ripristinare la filiera produttiva: lastre e pavimenti sono ormai prodotti realizzati anche in altri Paesi a costi molto ridotti e competitivi. La scelta deve quindi essere sui prodotti di qualità. La conclusione: “È ora di smetterla di piangersi addosso. Tutti si lamentano ma nessuno fa niente”. Il punto di non ritorno è vicino.



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